L’ecografia è la tecnica di indagine di prima istanza nello studio dell’apparato urinario nei pazienti con malattie urologiche. È una metodo non invasivo, indolore e privo di effetti collaterali che non richiede l’utilizzo di mezzi di contrasto o radiazioni ionizzanti, ed è pertanto indicato anche in età pediatrica e in gravidanza. Inoltre è l’esame di scelta nei pazienti con allergia ai mezzi di contrasto o i cui reni sono danneggiati e non sono in grado di filtrare il mezzo di contrasto.
Lo studio dell’apparato urinario sia maschile che femminile mediante ecografia è indicato in quei pazienti che presentano una storia di infezioni ricorrenti, macroematuria, una storia di urolitiasi (calcoli nelle vie urinarie), un’insufficienza renale, coliche lombari o disturbi minzionali importanti.
Tramite l’ecografia è possibile misurare le dimensioni dei singoli reni, studiarne la posizione e morfologia, lo spessore parenchimale e il rapporto cortico-midollare.
L’ecografia renale è un esame indispensabile per distinguere le strutture a contenuto liquido (cisti renale) dalle masse solide.
E’ particolarmente utile nello studio dell’idroureteronefrosi (con cui intendiamo una dilatazione delle cavità escretici del rene e dell’uretere) e nella diagnosi di calcoli radiopachi e radiotrasparenti, che appaiono come strutture iperecogene dotate di cono d’ombra posteriore, caratteristica tipica delle strutture dense non attraversabili dal fascio di ultrasuoni. Tramite l’ecografia renale è possibile studiare anche il basso apparato escretore, e in particolare la vescica.
L’ecografia vescicale viene utilizzata per la diagnosi di neoformazioni, diverticoli o calcolosi vescicale e per la valutazione del residuo post-minzionale. E’ possibile inoltre eseguire una valutazione morfologica della prostata e valutarne le dimensioni (parametro particolarmente importante nei pazienti che lamentano disturbi minzionali).